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GLI UNDER 40 CONTRO LA RIFORMA FORENSE

Inviato: mar mar 16, 2010 5:17 pm
da GiovaniAvvocati
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La riforma forense giudicata dagli under 40
Laura Cavestri, Il Sole 24 Ore 16/3/2010 pag. 39
«Parliamo un'altra lingua»
di Laura Cavestri
Il senso della riforma forense al vaglio del Senato? «Far sì che gli avvocati di domani rimangano negli studi di oggi, come sono oggi – a conduzione familiare, asfittici e senza capitali – a fare bassa manovalanza». L'indipendenza della professione? «Uno slogan vuoto. È più libero un avvocato assunto da uno studio con un contratto riconosciuto o un dipendente "cammuffato" da autonomo con la partita Iva, con tutti gli oneri dell'assenza di garanzie e senza gli onori di una retribuzione dignitosa?». Per Claudio Cenacchi, trentenne penalista bolognese temporaneamente migrato in California per un master of Laws all'università di San Diego (con abilitazione Usa, il Bar), il senso della formazione continua è farselo riconoscere dall'Ordine di Bologna «anche se non è un corso organizzato dall'Albo».

Per i giovani avvocati e praticanti (pochi) che si sono formati un'opinione sulla riforma – calendarizzata all'assemblea del Senato – la sensazione è spesso quella di parlare una lingua incompatibile rispetto ai vertici istituzionali. Non c'è nostalgia per le tariffe minime, sulla pubblicità hanno idee creative (soprattutto su come creare siti o veicolarsi nei social network). Il timore è che la riforma non crei le condizioni per un mercato più aperto, capace di farli uscire dalle secche. Ma solo qualche paletto in più a una già precaria autonomia professionale.

«Il testo serve a rafforzare la qualità dell'avvocatura? Io sto facendo formazione a spese mie – spiega Cenacchi – e neppure ricevo risposte dall'Ordine. Però nel testo di riforma si vogliono esonerare dagli adempimenti formativi quelli che hanno 30 anni di anzianità, gli assessori e i docenti universitari. Chi ha detto che sono più preparati? Io farei abilitazioni graduali per tutti, con esami per diventare cassazionista, per entrare nei tribunali collegiali o in Corte d'Assise, senza rendite di posizione per età tra chi è entrato 20 o 30 anni fa e chi arriva ora, che non può pagare con ulteriori ostacoli i decenni di esami scandalosi in cui non è esistita selezione».

«Una selezione meritocratica che passi per criteri numerici, che siano dei redditi o risposte ai quiz mi lascia perplessa», spiega Valentina Lucianetti, 32 anni, avvocato di Foggia. «Lo stop ai candidati – prosegue – non può arrivare alle soglie dell'abilitazione. Tocca all'università orientare gli studenti verso la professione o l'impresa. Dopo si rischia di frustrare aspettative e illusioni».

Ammette di non aver seguito la vicenda Mauro Nicastro, siciliano iscritto al foro bolognese «anche perchè il testo è ancora in divenire e i tempi parlamentari sono lunghi», ma lamenta la lontananza degli Ordini: «È una riforma che inciderà molto sul nostro futuro; mi chiedo perché, anche solo a livello consultivo, l'Ordine non abbia organizzato un incontro, per sentire i pareri degli iscritti».

«Se il reddito diventa requisito per la cancellazione dall'Albo si rischia di estromettere solo giovani e mamme – ribatte Giulia Possessere, romana, 30 anni e un bimbo di 4 mesi –. Io lavoro da casa dal 2007, in autonomia, ma non raggiungo i limiti per l'iscrizione alla Cassa. Vivo sul passaparola: faccio bene la multa e il cliente mi chiede di curare la causa di separazione del fratello. Amo il mio lavoro ma vivo in un'infinita start-up. Siamo in tantissimi; chi ci governa lo sa?».

Re: GLI UNDER 40 CONTRO LA RIFORMA FORENSE

Inviato: mar mar 16, 2010 7:26 pm
da ruggi
la Signorina ha dimenticato l'esistenza di un fronte istituzionale addirittura sovrannazionale ( anche se parzialmente opaco ) contro la riforma, da taluno e talora , definita fascista

Ha voluto scientemente riportare solo delle voci di protesta per favorire i fautori di questa infamia.