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7/9/2008 (9:38) - LA POLEMICA
Scuola, la Gelmini sfida i sindacati
Maestro unico, tagli e guidizi nella rivoluzione della scuola
Il pugno di ferro del ministro: «Meno prof, ma più pagati». Veltroni: lasci stare le elementari, così funzionano
TORINO
«Questo è un governo rivoluzionario, un governo che vuole rivoltare la pubblica amministrazione come un calzino. Un governo che vuole eliminare gli sprechi e riformare il Paese». Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, dichiara guerra alla «scuola stipendificio». «Il problema della scuola italiana non è quanto denaro si spende ma come viene speso» spiega il ministro all'Ansa. La Gelmini ritorna sul tempo pieno, e, dopo aver annunciato il taglio di ottatasettemila insegnanti, puntualizza: «Il tempo pieno non sarà toccato anzi eliminando la compresenza di più professori e aumentando di ottomila posti i docenti del tempo pieno, si aumenterà sensibilmente il numero di famiglie che usufruiranno del tempo pieno». «Addirittura - aggiunge- come risulta a una simulazione fatta da Tuttoscuola il tempo pieno potrà essere incrementato del 50%. Questo è il mio obiettivo».
La sfida del ministro è contro sindacati e "fannulloni". «I dipendenti della scuola sono più di 1.300.000 e sono troppi. Io voglio una scuola con meno professori, più pagati e in cui viene riconosciuto il merito di tanti bravi che ogni giorno lavorano tra mille difficoltà. Il bilancio del ministero dell’Istruzione è utilizzato, infatti, per il 97% per pagare stipendi. Per troppi anni- ragiona-logiche sindacali e governi compiacenti hanno ribaltato la missione della scuola».
Il ministro avverte: «La politica, sulla scuola, è da trent’anni che si comporta in maniera irresponsabile. In questo modo si è rubato il futuro ai giovani della mia generazione, ma sui cittadini italiani del 2020 non si deve scherzare: il loro destino non può essere oggetto di bassa speculazione politica». Il ritorno del maestro unico, che ha suscitato polemiche e attacchi da parte dell'opposizione, si colloca nell'ottica di una scuola più efficiente, spiega la Gelmini. «Perchè il contribuente italiano deve pagare in tasse il triplo dei soldi se al posto di 3 maestri ne basta 1, se al posto di 4 bidelli e personale amministrativo ne bastano 3? I soldi risparmiati con l’opera di razionalizzazione del governo devono essere utilizzati per rendere la scuola italiana come quella degli altri grandi paesi europei».
La linea del governo lascia strascichi di polemiche. Veltroni, dal palco della "festa democratica" ha alzato il tiro: «Se c’è una cosa che funziona nella scuola italiana sono le elementari e il governo dove è che va a tagliare: lì».
Bersani: «La Gelmini non può pretendere di fare il ministro dell’Istruzione. Da quale pulpito arrivano le prediche sul merito e il valore delle persone, degli studenti, degli insegnanti. Ci vuole coerenza tra parole e fatti, il ministro non ha la credibilità per rivolgersi ai giovani. Fossi stato in lei non avrei fatto il ministro dell’Istruzione».Il ministro dell'Istruzione, però, si merita il plauso di Emma Marcegaglia: «Noi guardiamo i dati e i dati dicono che l’Italia ha il numero di insegnanti in rapporto agli alunni più alto della media europea. Alcuni tagli e la lotta all’inefficienza vanno portati avanti, così come la logica di premiare e pagare di più i professori migliori».