Pagina 7 di 7

Re: MINISTRO GELMINI DIVENTATA AVVOCATO A REGGIO C.? SI DIMETTA

Inviato: mar ott 07, 2008 7:08 pm
da franzfois
Diciamoci la verità: la furbata dell'esame a Reggio Calabria era un espediente a cui poteva ricorrere solo chi i soldi li aveva, non certo i poveracci, altrimenti l'avrebbero fatto tutti.
Per andare a Reggio dovevi pagare, e pure caro, a quanto dice chi ci è andato. La Gelmini ha solo fatto la furba, e l'ha fatto perchè poteva permettersi economicamente di farlo. Se avesse avuto problemi di denaro sarebbe rimasta a Brescia a sudare come tutti.

Quanto alla Lussana, se sei sottosegretario alla Giustizia probabilmente puoi sapere in anticipo tante cose: gli abbinamenti delle Corti di Appello, ad esempio, e magari anche il testo delle prove scritte. Chissà che tentazione per lei dare una sbirciatina in anteprima... per fortuna che non l'ha fatto, se no chissà le polemiche....

Re: MINISTRO GELMINI DIVENTATA AVVOCATO A REGGIO C.? SI DIMETTA

Inviato: mar ott 07, 2008 7:10 pm
da franzfois
Ehm, mi sa che ho detto una cazzata: a dicembre la Lussana non era sottosegretario di nulla. Mi scuso....

Re: MINISTRO GELMINI DIVENTATA AVVOCATO A REGGIO C.? SI DIMETTA

Inviato: gio ott 09, 2008 8:21 pm
da superandrea
pero il marito era presidente dell' UDC di mastrella ed era sottosegratario del ministero magari ha sbirciato lui.....

Re: MINISTRO GELMINI DIVENTATA AVVOCATO A REGGIO C.? SI DIMETTA

Inviato: mer ott 22, 2008 2:49 pm
da GiovaniAvvocati
http://www.ordineavvocatigenova.it/

"22/09/2008 Comunicato del Presidente in relazione alle dichiarazioni del Ministro avv. Mariastella Gelmini"
http://www.ordineavvocatigenova.it/visu ... saggio=568

Comunicato del Presidente in relazione alle dichiarazioni del Ministro avv. Mariastella Gelmini

Apprendiamo da una intervista rilasciata a “il Riformista”in data 11 settembre 2008 che il Ministro della Istruzione Mariastella Gelmini vanta il suo percorso professionale, con la sua abilitazione conseguita in Calabria anziché a Milano.
La scelta di sedi di esame ritenute più favorevoli per il candidato è un espediente elusivo assai diffuso anche perché l’esame da avvocato è regolato da norme anacronistiche che lo rendono iniquo, aleatorio ed assolutamente inidoneo alla funzione che gli sarebbe propria.
Tutto ciò è dovuto alla insensibilità del legislatore che non ha mai accolto le richieste di riforma avanzate dall’Avvocatura in relazione ad un Ordinamento datato 1933, richieste per altro ora riproposte al Ministro Alfano le cui prese di posizione rendono finalmente fiduciosi in relazione al varo della tanto attesa, indispensabile riforma.
Perno della riforma dovrà essere proprio la riforma dell’accesso.
Ciò che stupisce è invece la giustificazione avanzata dal Ministro Gelmini in relazione alla adozione del menzionato espediente.
Ella avrebbe maturato una esperienza, avrebbe cioè ben presenti una serie di fatti concreti, che la indurrebbe a credere che in determinati concorsi, il riferimento al suddetto esame è evidente, “passavano solo i figli di avvocati”.
Tale affermazione non è fondata.
Visto che nel 1995 gli avvocati italiani erano 87.029, nel 2006 erano in Italia 151.000 ed oggi superano i 210.000, ove si accedesse alla tesi “Gelmini” dovrebbe presumersi una eccezionale prolificità della avvocatura.
La realtà è ben diversa. Se in alcune sedi gli esami sono “facili” è però escluso che la selezione avvenga solo a favore dei figli degli avvocati.
Secondo una indagine CENSIS del 2007 i figli d’arte sono in realtà il 12,4 del totale e la percentuale scende quando si parla di infra-quarantacinquenni a 11,6%.
L’utilizzo di illazioni non confortate da elementi oggettivi ed anzi smentite da dati inconfutabili non produce altro risultato che disinformare l’opinione pubblica e offendere chi opera nella sfera professionale con dedizione istituzionale, onestà e correttezza.
Per altro delegittimare l’Avvocatura equivale ad indebolire il diritto alla difesa ed il principio di legalità in un momento assai delicato che vede il Governo impegnato prioritariamente su questi temi. Della intervista del Ministro Gelmini ritengo utile richiamare all’attenzione tutti, anche al Ministro, un lodevole passaggio: “bisogna tornare al decoro, al rispetto degli altri... se non si comincia da lì non si cambia niente.

Re: MINISTRO GELMINI DIVENTATA AVVOCATO A REGGIO C.? SI DIME

Inviato: lun dic 06, 2010 7:27 pm
da GiovaniAvvocati
http://cerca.unita.it/data/PDF0115/PDF0 ... by=1&f=fir
Quella «furbetta della toga» abilitata nel 2001 in fretta e furia - Il fatto
di Gianluca Ursini

Un caldo giugno, estate 2001. La praticante legale Maria Stella Gelmini gira da forsennata per aule, tribunali e uffici in Reggio, sullo Stretto, distretto giudiziario calabrese. Agli esami scritti e orali della prima sessione 2002, l’allora coordinatrice lombarda del Pdl, avrebbe poi conseguito l’«abilitazione alla professione forense», come iscritta al Foro reggino. Mica difficile: allora a Reggio e Catanzaro la media dei promossi sfiorava il 90%. A Milano, nel 2002 passò il 31% degli esaminandi e a Brescia, sua città, il 24. Così il 17 marzo 2001 il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio C. rilascia a Gelmini Maria Stella - già iscritta all’Ordine di Brescia nel ‘99 - libretto “di pratica” numero 2879, con cui totalizzerà udienze 25, presso lo studio dell’avvocato Renato Vitetta, vicino a Fi e conoscente dell’attuale sindaco di Brescia, Adriano Parodi, anche lui abilitato a Reggio nel 2000. Ma la signora si dimostra una “furbetta della toga”, che, nel rispetto formale delle disposizioni per la Pratica forense, sfrutta al massimo ogni escamotage per abbreviare i tempi, senza sottilizzare su compilazione dei verbali: si registra fittiziamente come residente in Calabria, rimanendo a brigare le sue faccende in Lombardia. Tutte le udienze sono concentrate in tre blitz: 10-11 aprile, 4, 12, 13 e 14 giugno, udienze 6, e rush finale dal 18 al 22, spaziando dalle separazioni matrimoniali agli sfratti per morosità. Chissà se vorrà spiegare agli alunni “indisciplinati” perché tutti i suoi verbali d’udienza, pubblici e dei quali l’Unità ha copia, risultano vergati da uguale penna con uguale grafia? «L‘abbiamo fatto tutti», diranno i giovani avvocati reggini. Ma un futuro ministro può fare la “furbetta della toga”, senza aspettare la verbalizzazione di ogni udienza? Che fretta, Maria Stella, in quell’estate 2001 in cui scappava da una aula all’altra...
26 novembre 2010 pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 10) nella sezione "Politica"
------------------------------------------------------------------
http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArc ... A=20101202
Gelmini «gentile e riservata» L'avv. Vitetta racconta il ministro

Loredana Nicolò
Reggio Calabria
Un pezzetto del passato del ministro Maria Stella Gelmini è legato al profondo Sud. Accade che, nel 2001/2002, Gelmini sostiene l'esame di abilitazione alla professione forense presso la Corte d'Appello di Reggio Calabria. Ma prima di sottoporsi all'esame, Maria Stella trascorre l'ultimo periodo della pratica obbligatoria tra la città dello Stretto e un piccolo centro sulla fascia jonica.
«Gentile ed estremamente riservata ma anche assai determinata»: così la ricorda l'avvocato Renato Vitetta - oggi altresì console onorario di Svizzera per la Regione Calabria -, che all'epoca è stato accanto al futuro ministro in veste di "dominus" e presso i cui studi di Reggio e Saline Joniche, Maria Stella Gelmini svolse la pratica finale.
«Per tutto il periodo – rievoca l'avv. Vitetta – ha regolarmente frequentato, con assiduità, il mio studio dove, nelle ore pomeridiane, assisteva e partecipava agli atti da predisporre per le attività di udienza».
– Come avvenne la conoscenza?
«Fu del tutto casuale – racconta l'avvocato –. Un collega mi chiese se avevo la disponibilità in studio per seguire una nuova praticante che aveva svolto il corso universitario al Nord (proveniva dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Brescia). E così qualche tempo dopo questa conversazione, con la mia manifesta disponibilità verso questa sconosciuta praticante, Maria Stella fece ingresso nel mio studio al civico 4 di via Tenente Panella».
– Che impressione ne ricavò come praticante?
«Nello svolgimento della pratica era davvero scrupolosa, al punto da sfiorare la pignoleria. Si è sempre mostrata estremamente attenta e interessata a tutta l'attività di studio, rivelando di avere già acquisito una grande preparazione di base. La sua inclinazione, allora, era verso il settore civile, anche se non disdegnava l'interesse per il penale. Insomma, dietro quella ragazza dall'aria affatto appariscente, profondamente timida ma capace di lasciarsi andare a confidenze con le persone in cui aveva fiducia, non immaginavo certo ci fosse in pectore un futuro ministro! Infatti non parlavamo quasi mai di politica, bensì dei reciproci interessi, delle passioni in comune come quella della lettura e per lo sport».
– Come trascorreva il tempo libero?
«So che con gli altri colleghi praticanti, durante il periodo primaverile, si ritrovavano tutti sotto lo studio per avviarsi poi alla volta del Lungomare e gustare il delizioso gelato artigianale di un noto chiosco. Insieme a un'altra collega praticante, Maria Stella prese in affitto un appartamento nella parte alta di Reggio Calabria, dove trascorse tutto il periodo necessario a svolgere la pratica».
– Come si concluse il praticantato?
«Ricordo che Maria Stella superò brillantemente le prove d'esame, sia scritte che orali, col massimo dei voti. Tutt'oggi siamo rimasti in contatto, soprattutto nei periodi delle feste per lo scambio degli auguri. Circostanza che rinnoverò a breve».