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I Giovani Avvocati su "PANORAMA"

Inviato: sab ott 25, 2008 2:15 pm
da GiovaniAvvocati
Dal settimanale PANORAMA n. 44 in edicola pg 180

Anche a Roma avvocati in vetrina

VITA LO RUSSO

Liberalizzazioni Dopo Milano, apre un negozio anche nella capitale lo studio legale che applica prezzi popolari. Ma non mancano le resistenze.

L’abolizione dei minimi tariffari e la pubblicità dei servizi professionali, a quasi 2 anni dalla liberalizzazione Bersani, piacciono ai cittadini, che stanno premiando gli avvocati che le applicano. A gennaio 2008 a Milano, in viale Abruzzi, è nato lo studio Assistenza legale per tutti, in sigla Alt, a buon mercato (una lettera costa 50 euro contro un minimo abituale di 200) e di facile accesso, non solo perché l’ufficio è in un negozio su strada, ma anche perché si entra senza appuntamento. E gli incarichi non si sono fatti attendere: oggi gli avvocati dell’Alt ricevono in media dieci clienti al giorno e a fine ottobre aprono una seconda sede a Roma in corso Trieste.I fondatori dello studio, Cristiano Cominotto e Francesca Passerini, interpretando alla lettera l’abolizione dei divieti introdotta da Bersani, hanno deciso di investire in comunicazione (l’ufficio ha la vetrina trasparente e l’insegna colorata) e in marketing: la prima consulenza è gratuita e in taluni casi i compensi sono patteggiati con i clienti sulla base del risarcimento. Spiega Passerini: «Chi ha bisogno di assistenza legale in genere deve prima telefonare in studio, fissare un appuntamento e solo dopo qualche giorno riesce a incontrare l’avvocato. Sono convinta che offrendo una risposta immediata e gratuita molte persone saranno portate a superare il timore reverenziale nei confronti del mondo forense».La nascita del primo studio legale popolare non è l’unico segnale di cambiamento nella categoria. I quotidiani di tutta Italia si stanno riempiendo di loghi di studi legali (secondo una ricerca del Censis del 2007, nelle regioni del Nord-Ovest la spesa pubblicitaria degli studi legali è aumentata del 20 per cento) e cominciano a circolare directory e siti internet di avvocati, spesso giovani, che abbassando i prezzi e applicando i patti di quota lite possono competere con i colleghi più anziani.Una rivoluzione quindi che ha investito anche il Consiglio nazionale forense il quale, fin quando ha potuto, l’ha frenata. All’indomani dell’introduzione della Bersani fu fatta circolare una lettera firmata dal presidente, Guido Alpa, in cui si ribadivano i divieti a pubblicità, tariffe minime e patto di quota lite. Qualcuno, come l’avvocato Gianluca Meterangelo, si è trovato costretto ad annullare una pianificazione pubblicitaria con un editore della free-press milanese. A quel punto è intervenuta l’Autorità antitrust che ha aperto una procedura di verifica, ancora in corso, sulla compatibilità del codice deontologico forense con il nuovo regime di legge. E, dopo una serie di richiami, ha indotto i vertici della categoria a ritoccare il regolamento interno per due volte, a gennaio 2007 e a giugno 2008. Oggi il codice deontologico ammette sia le tariffe minime sia l’accordo sui compensi tra cliente e assistito, e allenta gli obblighi in tema di pubblicità e comunicazione.
Persistono, tuttavia, i riferimenti all’onore e al decoro professionale in ambito pubblicitario, c’è poca chiarezza sulla comunicazione delle tariffe e si ribadisce il divieto di citare i propri clienti. «Sofismi avvocateschi» li definisce Gaetano Romano, presidente dell’Unione giovani avvocati italiani, «che frenano un regime concorrenziale completo».