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Dott. Comm. "Sì a SLP a favore dei giovani".Alpa "No a SLP"

Inviato: ven mar 06, 2009 4:18 pm
da GiovaniAvvocati
da Italia Oggi
Slp col freno tirato
Parte il confronto sul progetto di legge relativo alle Società di Lavoro Professionale
(S.L.P.) che i dottori commercialisti hanno presentato qualche giorno fa. Ma parte male. I
rappresentanti di commercialisti, avvocati e notai, infatti, ieri sono stati convocati al senato
dal presidente della Commissione Giustizia, Filippo Berselli, per avviare un iter
parlamentare condiviso. Usciti da Palazzo Madama, però, avvocati e notai hanno preso le
distanze. Le due categorie, d'accordo sullo spirito dell'iniziativa non si sono trovati sulla
stessa linea d'onda per quanto riguarda le fondamenta della pdl, seppur quest'ultima
ancora tutta da emendare. I primi ad uscire allo scoperto sono stati i dottori commercialisti.
“Ci auguriamo”, scrivono i consiglieri Giorgio Sganga e Andrea Bonechi, “che dal confronto
avviatosi proficuamente nel corso della riunione, possa scaturire un'accelerazione sulla
materia delle società tra professionisti. Il progetto S.L.P. ha per noi un'importanza
strategica nel contesto più ampio della riforma del comparto delle professioni economicogiuridiche.
Con le S.L.P. si colmerebbe lo storico ritardo accumulato nella definizione delle
società tra professionisti, preservando il valore del lavoro intellettuale e offrendo nuove
opportunità ai giovani per avviarsi alla professione”. Ma già dalle prime ore del pomeriggio
non sono mancati i distinguo delle altre due categorie. A cominciare dagli avvocati. “Il
testo sulle Società tra Professionisti proposto dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti”,
ha fatto sapere il presidente Guido Alpa, “presenta aspetti contrastanti con la legge sulle
STP che riguarda gli avvocati e mette in forse il principio della personalità della
prestazione, che è uno dei fondamenti della distinzione fra professioni intellettuali e attività
d'impresa. Occorre dunque ripensare con attenzione ogni proposta al riguardo.
L'Avvocatura”, conclude il numero uno del Cnf, “confida nel Parlamento perché sia al più
presto varata la riforma della legge forense”. E non si è fatta attendere la nota del
notariato. Il presidente del Cnn ha precisato di avere aderito all'iniziativa soltanto perché
promossa dal presidente della Commissione giustizia Berselli per garantire la specificità
delle diverse professioni, avviando «un confronto sul cui esito nulla è scontato». Paolo
Piccoli sottolinea che «per quanto riguarda il notariato, si è riservato di sottoporre al
Consiglio Nazionale la proposta», manifestando comunque «immediata e totale contrarietà
a norme che affievoliscano la personalità della prestazione, che siano in contrasto con la
terzietà connaturata alla pubblica funzione, nonché a ipotesi di soci di capitale». Ricorda
infine Piccoli di aver fatto presente che altre professioni dovranno essere coinvolte nel
progetto se il tavolo di lavoro verrà realizzato.

Re: Dott. Comm. "Sì a SLP a favore dei giovani".Alpa "No a SLP"

Inviato: lun mar 09, 2009 7:39 pm
da GiovaniAvvocati
da Italia Oggi
Società tra professionisti da rifare
Studi legali associati contro la riforma dell'ordinamento forense. In particolare, è la
disciplina delle associazioni e società tra avvocati (art. 4) del testo approvato dal consiglio
nazionale forense e inviato al ministro della giustizia, Angelino Alfano, a non convincere il
mondo delle law firm d'affari, rappresentate da Asla. Perché non tiene conto degli sviluppi
del settore e non dà alcuna spinta alla forma associativa. E se da un lato il Cnf afferma
che è ancora aperto il cantiere sulle società professionali e che continuerà a lavorarci in
commissione consultiva, dall'altro l'Associazione che racchiude 75 studi legali d'affari,
dopo aver richiesto invano di essere accreditata, a livello nazionale, come sigla
riconosciuta dal Cnf per essere consultata formalmente, a giorni invierà un documento con
una presa di posizione ufficiale contro alcuni passaggi della riforma dell'avvocatura: oltre
all'articolo 4, la disciplina delle specializzazioni. E' quanto è emerso dalla riunione del
comitato esecutivo di Asla, che si è svolta giovedì scorso, dove il presidente Giovanni
Lega (Lca e associati) si è fatto carico di tradurre in un documento le osservazioni
avanzate dai vari membri. Il segretario generale di Asla, Fulvio Pastore-Alinante (Bryan
Cave), spiegato ad AvvocatiOggi le posizioni degli studi legali associati sulla riforma
dell'avvocatura e le proposte da avanzare al presidente del Consiglio nazionale forense,
Guido Alpa. Domanda. Avvocato Pastore-Alinante, gli studi legali d'affari come
giudicano la disciplina su associazioni e società tra avvocati contenuta nella riforma
dell'ordinamento forense, approvata dal Cnf e da quasi tutte le anime
dell'avvocatura? Risposta. Da premettere che Asla, a suo tempo, ha deliberato per farsi
accreditare, a livello nazionale, come associazione riconosciuta dal Cnf per essere
formalmente consultata. Cosa che, durante i lavori di dibattito e stesura della riforma, non
è avvenuta. La nostra posizione, maturata in seno al comitato esecutivo e che il presidente
Lega invierà al Cnf, è che la disciplina delle società tra avvocati prevista dall'art. 4, rispetto
agli studi legali associati, è assolutamente carente. In particolare, riproporre una legge del
1939 sulla denominazione e il dlgs del 2001 sulle società professionali, che, si sa, non ha
avuto alcun successo, significa non voler risolvere i problemi. D. Il Cnf ha dichiarato che
il capitolo società professionali non è assolutamente chiuso, e che in commissione
consultiva si continuerà a lavorare. Quali sono le vostre proposte? R. Bisogna
affrontare seriamente il tema della responsabilità del singolo socio rispetto a quella
dell'associazione, regolamentare la responsabilità giuridica dell'associazione in sede di
procedura fallimentare, rivedere la posizione dei collaboratori, riconoscere il privilegio dei
crediti professionali agli studi associati, in quanto entità autonome. Insomma, deve essere
chiaro che gli studi a cui bisogna guardare oggi sono proprio gli studi associati, ai quali
bisogna ispirarsi per le riforme. Più in generale, sono necessarie misure che rendano gli
avvocati italiani in grado di competere con gli altri professionisti. E la forma
dell'associazione è la strada migliore per aumentare la professionalità. Rappresentiamo la
parte più evoluta dell'avvocatura italiana e redigere una bozza senza tenerne conto e
senza consultarci significa voler restare ancorati al passato. D. Ci sono altri punti del
testo che contestate? R. La disciplina delle specializzazioni. Che è ancora centrata sulle
classiche distinzioni tra civile, penale e via dicendo e non tiene conto degli sviluppi della
professione di avvocato. In particolare mi riferisco al diritto finanziario, tributario e al diritto
della concorrenza.D. Come stanno reagendo gli studi legali d'affari alla crisi economica? R. Gli studi
associati sono abituati ad avere una gestione prudente e imprenditoriale, con grande
attenzione ai costi. Oggi, stanno cercando di sfruttare al meglio le risorse interne. Facendo
il possibile per non rinunciare a personale e collaboratori.