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INTERVISTA VICEPRES. UGAI SU RAPPORTO CNEL

Inviato: mar mar 24, 2009 3:46 pm
da GiovaniAvvocati
NOSTRA INTERVISTA ALL'INTERNO DEL RAPPORTO "Urge ricambio generazionale" (CNEL-FORUM GIOVANI- UNICREDIT) edito dalla Casa Editrice "Rubbettino"

URG

Urge ricambio generazionale

Primo rapporto su quanto e come il nostro Paese si rinnova edito dalla Casa Editrice "Rubbettino"... Visualizza altro

La presente ricerca è stata realizzata nell’ambito delle attività del Centro

Studi per le Politiche Giovanili del Forum Nazionale dei Giovani e del

CNEL.

Si ringrazia per il contributo UniCredit Group.

pg 214

Finalmente l’abilitazione: le prospettive di un giovane avvocato e la formazione infinita

"...................

Difficile valutare positivamente questa misura, visto che la maggior parte delle giornate

formative sono a pagamento; particolare non da poco per un giovane professionista

che è costretto a sobbarcarsi anche quest’ulteriore onere economico. In proposito,

l’Avv. Manuela Mongili, Vicepresidente dell’UGAI (Unione Giovani Avvocati Italiani),

è molto critica su questo provvedimento e osserva che: «sono previste esenzioni per i

consiglieri degli ordini, per chi esercita l’attività nel Consiglio Nazionale Forense o nella

Cassa di Previdenza Forense, per i professori universitari, per tutti quelli che già fanno

parte di un potere costituito14. Tutti gli oneri gravano allora sui giovani, rendendo più

difficile lo svolgimento della professione in termini veramente liberi e indipendenti.

Anche perché in una professione libera come quella dell’avvocato la formazione e l’aggiornamento

dovrebbero essere lasciati alla responsabilità del legale, che si forma

giorno dopo giorno nelle aule dei tribunali e nello studio dei singoli casi che va ad affrontare,

e non nelle conferenze che sono spesso autoreferenziali e lontane dalla realtà

». In effetti, i corsi ai quali bisogna partecipare affrontano le tematiche più varie,

spesso in modo prettamente teorico e senza alcun riferimento all’attività concreta dell’avvocato.

Per di più, presentano costi decisamente elevati per giovani che già faticano

ad affermarsi sul mercato: alcune attività raggiungono i 4.000 euro; altre, meno costose

si aggirano intorno ai 200 euro. Esistono anche eventi formativi gratuiti, ma i

posti disponibili sono pochi e si esauriscono in fretta. Infine, tali corsi e attività seminariali

non costituiscono un titolo aggiuntivo ed effettivamente qualificante: «in definitiva

questi corsi vanno a ledere la libera concorrenza perché gravano più sui giovani e

li spingono maggiormente fuori dal mercato. Questo nuovo obbligo deontologico è

mascherato dietro l’esigenza di garantire l’aggiornamento dei soggetti che svolgono la

professione, ma va in senso inverso rispetto allo spirito delle liberalizzazioni e introduce

tutta una serie di oneri che sono tanto più pesanti quanto più il professionista è giovane

e cerca di esercitare l’attività in modo indipendente» (Vicepresidente UGAI).



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7.5 La confusione dei giovani avvocati tra Ordini Forensi e liberalizzazioni

pg 220

"....posizione dell’UGAI che, invece, vede nelle liberalizzazioni una possibilità

in più per i giovani avvocati di affermarsi sul mercato: «siamo favorevoli alle

liberalizzazioni, perché in realtà il giovane avvocato al cliente non può chiedere

qualsiasi cifra, altrimenti non paga; le cifre che sono garantite dalle tariffe sono applicabili

solo dai grossi studi. L’avvocato giovane deve trovare quelle condizioni che

soddisfano sia il cliente che l’avvocato, ma in un momento di crisi come questo è

utopico pensare di potersi vincolare a una tariffa. Invece, poter scompaginare questa

logica crea delle occasioni. Il giovane è più capace di capire le esigenze del mercato,

è più adatto anche a plasmarsi al momento storico che sta attraversando»

(Vicepresidente UGAI).

7.6 La parola ai giovani: il punto di vista delle associazioni giovanili

l’analisi svolta dalla Vicepresidente dell’Ugai, che rivendica il ruolo innovativo

che potrebbero avere i giovani: «oggi il ricambio generazionale è difficile

perché la professione presenta barriere all’accesso sul mercato professionale. Le

regole che sono nate per tutelare il professionista nella sua crescita professionale

oggi si trasformano in barriere. Anche il praticantato e l’esame di avvocato si sono

snaturati nel tempo. Il mercato è “cannibalizzato” dai grandi studi legali che rendono

quasi impossibile l’autonoma iniziativa dei giovani professionisti. Una spinta

positiva è venuta dal pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni perché ha consentito

di creare delle facilitazioni per i giovani che con la loro creatività e capacità di interpretare

i tempi possono trovare uno spazio maggiore per inserirsi sul mercato».

Difatti, la pubblicità, l’abolizione dei minimi tariffari, l’introduzione del patto di

quota lite e delle associazioni multidisciplinari, garantiscono una maggiore trasparenza

nei rapporti e consentono una scelta più consapevole da parte dei clienti che

possono finalmente «concordare la prestazione con l’avvocato e il costo relativo,

superando così le reticenze che oggi trattengono molti, soprattutto privati e piccoli

imprenditori, dal rivolgersi a un legale per tutelare i propri interessi».