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Re: Sono stato davvero costretto a lasciare l'avvocatura

Inviato: mar mar 10, 2015 6:02 pm
da Angelo Castorelli
Finora ho parlato solo delle delusioni sul piano prettamente sentimentale; e, in particolare, ho parlato di un brutto incontro con una ragazza davvero malintenzionata e approfittatrice, che ancora signoreggiava prepotentemente la mia vita nel settembre del 2010 (quando ho iniziato questi miei racconti-sfogo), senza nessuna intenzione di "mollare la presa",al punto che preferivo rifugiarmi anche allora nel ricordo-per quanto anch'esso sicuramente doloroso e triste-di una e più delusioni sentimentali precedenti, che almeno avevano il pregio, rispetto alla delusione ancora in pieno svolgimento, di essere terminate e finite.
Ma in realtà-come parimenti ognuno di noi può confermare a sua volta-le delusioni (anche molto deleterie) non derivano di certo solo da questa sfera; e così, anche nel mio caso, sotto la lente di ingrandimento di una rigorosa e obiettiva analisi retrospettiva, ricadono molteplici altre micidiali delusioni e "batoste", afferenti a ben altre sfere che quella sentimentale e amorosa, che nondimeno hanno concorso, al pari e parallelamente a quelle precipuamente sentimentali, a indebolirmi e avvilirmi drasticamente, fino a annichilirmi e a indurmi a gesti "dismissivi" di rilievo e valore anche simbolico, come, ad esempio, la mia autocancellazione dall'Albo degli avvocati avvenuta alla fine del 2009, a cui è intitolata questo mio "thread". E, ogni volta che si prova a snodare e svolgere il filo della memoria, all'insegna di un amaro "amarcord", vengono a mente veramente le celebri parole della risposta del pio Enea alla regina di Cartagine, che gli chiedeva di rievocare le esiziali vicende della disfatta di Ilio: "infandum, regina, iubes renovare dolorem!".
Quindi è tempo di voltare definitivamente e completamente pagina e di lasciare tutto alle spalle, con la forza incoercibile della Fede e della buona volontà, e di preparare anche un lieto fine ben possibile, con la mia riiscrizione all'Albo e il mio ritorno finalmente all'esercizio dell'avvocatura.
Grazie a tutti quindi per l'attenzione,la simpatia e la comprensione generosamente mostratemi in questi anni che in effetti sono trascorsi dal mio primo post in questo bel Forum, in questa discussione da me aperta, e una dolce Primavera-Estate 2015 e Buona Pasqua a tutti!!!!

Re: Sono stato davvero costretto a lasciare l'avvocatura

Inviato: mar set 08, 2015 11:43 am
da Angelo Castorelli
Nella sfera lavorativa, è sempre coessenziale e immanente e insita la dimensione personale, soggettiva e umana, che deve ritenersi più importante e preponderante e prevalente anche rispetto alla stessa connotazione economica, materiale, produttiva e "sociale" del lavoro stesso, come magistralmente affermato, ad esempio, da San Giovanni Paolo II, nella sua "Laborem exercens", pubblicata il 14 settembre del 1981, in occasione del novantenario della pubblicazione della "Rerum novarum". E quindi, secondo me, è importante e utile, allo scopo di archiviare definitivamente e totalmente questa dura e triste vicenda, fare un bilancio finale di chiusura, proprio sotto un profilo prettamente umano, per provare a sondare e saggiare le conseguenze delle vessazioni, degli approfittamenti, dell'oppressione, delle angherie, ad opera di questa studentessa che ha conseguito la laurea magistrale in giurisprudenza integralmente sulle mie spalle, col mio duro e sconsolato lavoro, e ha puntato contestualmente e subito dopo, risolutamente, anche ai miei risparmi (mentre continuava a servirsi di me per tutte le cose dell'immediato dopo-laurea, dall'iscrizione al registro dei praticanti forensi all'esercizio della pratica professionale, dai master ai corsi di specializzazione, dallo svolgimento del tirocinio forense ai concorsi, dal progetto anche di una seconda laurea a quello di conseguire l'abilitazione forense mediante la via "spagnola" all'idea naturalmente di costituire uno studio legale "associato"), con l'appoggio del ragazzo con cui nel frattempo s'era, da tempo, messa, in maniera subdola e al contempo sfrontatamente evidente, ma che, rimanendo sempre ostinatamente e invariabilmente, ufficialmente, un "amico", era il suo fidanzato-"ombra" (o meglio, "malombra, come lei lo chiamava, con un termine involontariamente e inconsapevolmente fogazzariano).