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La nuova vita del giudice Borrelli: sarò un mediatore

Inviato: mar mar 29, 2011 4:39 pm
da GiovaniAvvocati
IL CORRIERE DELLA SERA
La nuova vita del giudice Borrelli: sarò un mediatore
Quando nel 2002, aveva pronunciato quel famoso «resistere, resistere, resistere>>, era considerato il «capo delle toghe rosse». Oggi che è in pensione, Francesco Saverio Borrelli ha deciso di svolgere il corso di formazione per diventare mediatore, condividendo in pieno la riforma della giustizia civile fortemente voluta dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, considerato il delfino di Berlusconi. «E l’ennesima dimostrazione che le mie valutazioni non sono mai state dettate da ragioni politiche — sorride Borrelli. Inizierò il corso a maggio e non conosco ancora i passaggi tecnici di questa riforma ma approvo la filosofia e gli obiettivi della mediazione civile. In Italia esiste un tasso di litigiosità molto alto e per riportare i tempi della giustizia in parametri ragionevoli serve un cambiamento profondo e credo che questo in corso sia un valido tentativo>,.
Eppure gli avvocati protestano da mesi sostenendo che per velocizzare, la giustizia servono più magistrati: riportando in aula quelli che stanno nei ministeri e assumendone di nuovi. «Per avere tempi accettabili nella giustizia civile servirebbe almeno il quadruplo dell’attuale organico di magistratura — avverte Borrelli — e non credo che le casse dello Stato possano sostenere un simile stono. Invece io credo che questa sia una grande occasione per un Paese: esiste un vantaggio etico della mediazione. Far provare al cittadino che è possibile trovare un terreno di intesa che accontenti due parti e non solo una. Una causa in tribunale porta con sé il peso di uno scontro emotivo in tempi lunghi e con un esito incerto. Verificare se esiste una via alternativa è una grande opportunità».
Esistono anche dubbi sull’affidabilità del sistema: un conto è avere come Borrelli, Grechi o Vigna, un conto è avere un neolaureato con un corso di appena 50 ore alle spalle. «Quello delle competenze è un falso problema in un simile contesto. Non credo che in, una mediazione sia indispensabile avere un eccessivo bagaglio tecnico: qui si stratta di convincere due persone che è meglio trovare,e un punto d’accordo che andare allo scontro. Quando ero uno studente dì Piero Calamandrei ricordo che nel suo studio campeggiava un cartello con su scritto ―meglio una magra transazione che una grassa sentenza °. Queste procedure, per certi versi, permettono di avvicinarsi a una giustizia sostanziale più di quanto non succeda con una sentenza di un tribunale».
Ma è possibile condurre in porto una riforma così vasta della giustizia civile in pieno contrasto con il mondo dell’avvocatura? «L’avvocato deve reinterpretare il suo ruolo — spiega l’ex procuratore generale — magari assistendo il cliente anche in fase di mediazione come accade anche in altri paesi. Io sono sicuro che questa riforma porterà a un alleggerimento della nostra macchina giudiziaria anche se non è ancora possibile capire in che misura».
Però il mondo della giustizia civile ha tempi e ritmi anomali come lo stesso giovane Borrelli ha provato sulla sua pelle. «In effetti pochi sanno che prima di approdare alla procura, io per vent’anni sono stato giudice civile e ho conosciuto le farraginosità di quel settore. Però ricorda che esistevano spesso ampi margini di mediazione tra le parti. Del resto, già Manzoni scriveva che torto e ragione non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell’una o dell’altro».
Mentre la riforma della giustizia civile è già andata in parto e aspetta il collaudo del campo, resta ancora in piedi Il progetto di una riforma penale imperniata sul processo breve. «Assolutamente contrario — taglia corto Borrelli —. E un progetto che somiglia tanto al letto di Procuste, il brigante mitologico che faceva accomodare gli ospiti sul suo piccolo letto e a quelli che sporgevano tagliava i piedi. Non si può pensare a una riforma penale basandosi solo sul taglio dei tempi». Isidoro Trovato

Re: La nuova vita del giudice Borrelli: sarò un mediatore

Inviato: mer mar 30, 2011 10:43 am
da GiovaniAvvocati
Mediazione Adr Center “arruola” anche Pier Luigi Vigna e Francesco Saverio Borrelli
Autore: Avv. Luca Tantalo
Arbitrano anche Borrelli e Vigna
di Redazione Soluzioni ADR

Da un articolo de Il Sole 24 ore di Marco Bellinazzo
Dalle inchieste di Mani Pulite alla mediaconciliazione. Dalla procura nazionale antimafia alleAlternative dispute resolution. La “cordata “per sfidare la montagna dell`arretrato civile, alta cinque milioni di fascicoli, potrà avvalersi anche di due scalatori d`eccezione: il capo del pool di Milano che nella prima metà degli anni`90 scoperchiò gli scandali di Tangentoli, Francesco Saverio Borrelli; e il capo della Procura nazionale antimafia dal 1997 al 2005, Pier Luigi Vigna. L`Adr center, il primo organismo privato di conciliazione iscritto nel registro del ministero della Giustizia, ha infatti coinvolto i due ex magistrati in questa nuova frontiera della giustizia italiana. Borrelli, classe 1930, e Vigna, nato nel 1933, potranno così mettere al servizio della collettività l`immensa esperienza maturata negli anni in cui hanno perseguito il malaffare e la criminalità. Con l`obiettivo, stavolta, di lasciare più persone possibile fuori dalle aule giudiziarie.

Re: La nuova vita del giudice Borrelli: sarò un mediatore

Inviato: mer mar 30, 2011 10:46 am
da GiovaniAvvocati
SOLE 24 ORE


Nuovo termine per l'avvocato che «dimentica» la mediazione
Marco Bellinazzo

In effetti, le probabilità che qualcuno, dopo l'entrata in vigore della conciliazione obbligatoria, facesse finta di nulla e tentasse di dribblare la procedura transattiva erano considerate abbastanza scarse. Figurarsi, poi, con il clamore che ha fatto da sottofondo al debutto della "mediaconciliazione", con tanto di scioperi degli avvocati.
Lo stesso legislatore, per dire, non ha disciplinato questa ipotesi, né ha dettato istruzioni puntuali su come risolverla. Perciò, il presidente del tribunale di Prato, Francesco Antonio Genovese, quando si è visto recapitare il 25 marzo un ricorso in materia di locazione senza che fosse stata intrapresa la via della conciliazione – quattro giorni dopo l'avvio della nuova stagione – ha dovuto consultare codici e colleghi. Da un lato, si poteva sanzionare l'avvocato "distratto", colpevole di aver depositato il ricorso ignorando la conciliazione, dichiarandone l'improcedibilità. Con la conseguenza che il contributo unificato versato per far partire la causa sarebbe andato perso e si sarebbe dovuto rimborsare la controparte per le spese di costituzione in giudizio. «Ma – sottolinea Genovese – alla fine questi costi si sarebbero riversati sul cliente del legale, che aveva pure firmato l'informativa sulla conciliazione. Così si è optato per una soluzione più soft che, a mio avviso, è anche più conforme allo spirito della legge sulla conciliazione».
All'avvocato poco avvezzo alla mediazione è stata offerta una seconda chance. «Il tribunale – spiega Genovese – gli ha concesso altri 15 giorni per rivolgersi a un organismo di conciliazione. Come prescrive la legge, inoltre, è stata fissata fra quattro mesi e mezzo l'udienza in cui le parti dovranno comparire. L'auspicio è che in questo lasso di tempo trovino un accordo in modo che la lite possa poi essere dichiarata estinta». Ma cosa accadrà se l'avvocato dovesse dimostrarsi fino in fondo "renitente" alla mediazione? «Ci siamo interrogati anche su questo scenario – aggiunge Genovese – e, naturalmente, se si dovesse concretizzare, non faremo più sconti, con tutte le ricadute economiche che ne derivano». Allora sarà il cliente a dover far causa all'avvocato. E chissà che a quel punto non gli convenga conciliare.