Messaggioda GiovaniAvvocati » lun lug 23, 2012 7:59 pm
IL SOLE 24 ORE
Mediazione avanti piano
Stop a una lite su sei - Le istanze sulla Rc auto sono già il 20%
lun. 23 - Roma non è stata fatta in un giorno. Con le debite proporzioni, alla media-conciliazione
non è bastato poco più di un anno per conquistare i cuori degli italiani. Qualche risultato si è visto,
ma la strada per arrivare a un argine resistente e duraturo alla continua crescita del contenzioso
civile è ancora lunga.
I primi 14 mesi dell'obbligo di conciliazione (da marzo 2011 a maggio 2012) mettono in archivio
poco più di 14mila accordi raggiunti tra le parti in causa: in pratica una lite su sei di quelle già
passate al vaglio degli organismi di conciliazione (sono poco meno di 84mila) si è conclusa senza il
passaggio in Tribunale. La ricognizione effettuata dalla direzione generale di statistica del ministero
della Giustizia sottolinea come il vero limite sia ancora quello della presenza della controparte
davanti al mediatore: in due casi su tre non si presenta. È questo uno dei punti su cui bisognerà far
leva nei prossimi mesi. Anche perché quando le due parti si incontrano per tentare di trovare una
soluzione non contenziosa nel 50% delle volte ci riescono. E le percentuali sono molto più alte per
le liti di piccolo valore: quando la posta in gioco non supera i mille euro la quota di strette di mano
arriva addirittura al 64,6 per cento. E c'è un altro aspetto da considerare. Si verificano sempre più
spesso casi in cui le parti si trovano fuori dall'organismo di mediazione per comporre la questione
che le vede contrapposte, senza arrivare poi a doversi incontrare in Tribunale o dal giudice di pace,
a seconda della competenza in materia. Il meccanismo ha dei limiti "strutturali", come rilevato
anche dalla Commissione europea nelle osservazioni inviate alla Corte di giustizia che sarà
chiamata a decidere sulla compatibilità della disciplina sulla mediazione (il Dlgs 28/2010) con le
norme comunitarie. Due i punti censurati: la previsione che il mediatore possa e, a volte, debba
formulare una proposta di conciliazione che le parti sono indotte ad accettare per evitare di
incorrere in determinate sanzioni economiche; le penalità a carico della parte vincitrice che rifiuta la
proposta di accordo (esclusione dalla ripetizione delle spese processuali e di mediazione, obbligo di
corrispondere quelle sostenute dal soggetto soccombente, pagamento di una somma pari al
contributo unificato dovuto per il giudizio). Al di là di questi rilievi, restano ostacoli di natura
culturale. Primo di tutto, la difficoltà di un cambio di mentalità in tempi brevi: passare dalla logica
della contrapposizione a quella della composizione bonaria. Poi, la freddezza (se non l'aperta
opposizione) con cui l'avvocatura ha accolto l'obbligatorietà della procedura. Il vero banco di prova
sarà nei prossimi mesi. L'obbligo di mediazione è stato esteso dal 21 marzo scorso anche al
risarcimento danni automobilistici e alle liti condominiali. L'effetto è evidente già a fine maggio. In
appena due mesi la Rc auto si è presa il primato delle istanze di conciliazione presentate: quasi il
20% (circa 12mila su un totale di 65mila dall'inizio del 2012). Non era difficile attenderselo visto
che ogni anno ci sono 300mila nuove cause di risarcimento. Se si allarga il campo di osservazione,
il trend dei procedimenti di cognizione ordinaria nei tribunali (sono esclusi separazioni,
fallimentare, lavoro e previdenza) mostra un calo dei nuovi fascicoli (-8,5% tra il 2010 e il 2011) e
anche delle pendenze (-3%). Merito anche degli altri filtri come il contributo unificato e i nuovi riti
ma è il segnale di una prima inversione di rotta. Giovanni Parente
IL SOLE 24 ORE
Le cattive pratiche. Oggi l'associazione degli organismi a via Arenula
Un dossier sui freni dai giudici al web
lun. 23 - Trenta pagine di cattive pratiche. Dalle pronunce sui giudici di pace che non riconoscono
l'obbligo di mediazione, ai gruppi anti-conciliazione sorti sui social network fino ad arrivare a chi
offre accordi a prezzi scontatissimi. Tutto nero su bianco in un dossier che Assomediazione
(l'associazione che riunisce oltre 100 tra organismi di mediazione ed enti di formazione) porterà
oggi all'attenzione del ministro della Giustizia, Paola Severino.
Nel libro "nero" della mediazione spiccano le pronunce dei giudici di pace che bocciano
l'«improcedibilità della domanda per mancato espletamento della media-conciliazione». In pratica,
non è obbligatorio passare prima dalla ricerca dell'accordo per poter poi eventualmente presentare
ricorso nelle aule giudiziarie. Così l'ordinanza del Gdp di Cava dei Tirreni del 24 aprile scorso
evidenzia che «applicare la mediazione per le materie dei giudici di pace comporterebbe un'inutile
duplicazione di quanto già assegnato alla loro competenza e un ostacolo alla celerità del ricorso».
Anzi già l'istituto del giudice di pace «è nato con lo scopo – cita la sentenza 23 marzo 2012 della
sezione II del Gdp di Napoli – di favorire la conciliazione delle controversie che può avvenire nella
fase giudiziale o in quella stragiudiziale».
Il dossier pone l'accento anche sulle altre situazioni che possono creare ostacoli all'applicazione del
filtro al contenzioso. E ce n'è per tutti. Dai regolamenti di alcuni organismi di mediazione degli
ordini forensi "rei" – sempre secondo il j'accuse di Assomediazione – di prevedere la necessità del
l'assistenza legale, alle offerte di conciliazioni sul web a costi da discount documentati attraverso
una serie di e-mail. E, per restare sull'online, il dossier raccoglie stralci di discussioni sul
boicottaggio della procedura raccolti sui social network. G. Par.
IL SOLE 24 ORE
Alla mediazione serve più fiducia
lun. 23 - L'importante è crederci. Il successo della mediazione civile richiede necessariamente che
tutti remino nella stessa direzione. Finora non è proprio quello che accaduto. Alla freddezza degli
avvocati, comprensibile per la preoccupazione di un'ulteriore riduzione del giro d'affari in un
momento di crisi, si sono aggiunte anche alcune pronunce di giudici di pace che non riconoscono
l'obbligo della procedura nelle materie di loro competenza. Al momento non è possibile sapere se si
tratti solo di pronunce spot o di un filone destinato a crescere ulteriormente. Fatto sta che sono il
segnale di una diffidenza o di una presa di distanza verso un istituto nato con l'obiettivo di ridurre
l'arretrato monstre nel civile: considerando tutte le materie e tutti i gradi di giudizio si arriva alla
cifra impressionante di 5,5 milioni di fascicoli ancora pendenti.
La certezza del diritto passa anche da procedure che assicurino giustizia in tempi più rapidi e in
modi più snelli. La mediazione è una delle risposte, non l'unica. Il meccanismo non è perfetto (come
ha sottolineato anche la Commissione europea) ma bisogna scegliere se crederci o meno. In questo
caso, infatti, non c'è una terza via. Senza dimenticare che il capitolo giustizia civile fa parte a pieno
titolo delle voci su cui intervenire per rendere il Paese più competitivo.