Re: SPECIALE SULLA MEDIAZIONE CIVILE
Inviato: gio mar 31, 2011 4:08 pm
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Media conciliazione le ragioni della protesta
di Domenico Monterisi
Mi complimento con La Gazzetta per lo spazio che sta dando alla protesta degli avvocati contro la normativa sulla-mediaconciliazione e la rottamazione della giustizia civile. L‘avv. Francesco Paolillo, sulla Gazzetta di ieri ha fatto un elogio della mediazione. L‘intervento dell‘amico Francesco sottace alcuni aspetti negativi, che sono alla base della protesta degli avvocati. L‘avvocatura non è mai stata contraria agli strumenti di soluzione alternativa delle controversie (Adr) ed alla conciliazione, ma alla obbligatorietà ed alla sua attuale disciplina.
E‘ sotto gli occhi di tutti l‘agonia del processo civile: sarebbe folle se gli avvocati se non esultassero di fronte ai tentativi di ridurre i tempi della giustizia. Eppure, il ministro della Giustizia sta contrabbandando la mediazione come la soluzione di ogni problema, dipingendo il ruolo degli avvocati come inutile e costoso e la loro una battaglia di casta, motivata solo da ragioni di interesse. L‘Italia è l‘unico Paese europeo in cui è stata prevista l‘obbligatorietà della media-conciliazione, negli altri Paesi europei le procedure di Alternativa delle controversie sono sempre facoltative e non impediscono l‘accesso diretto al processo. Il Governo sta attuando un progetto di privatizzazione della giustizia. S‘intende lasciare spazio ai privati, con costi elevatissimi per i cittadini, perché ci si è resi conto che lo Stato non è grado di assicurare un adeguato servizio-giustizia.
Il collega Paolillo ha omesso di evidenziare, oltre alla facoltatività della mediazione negli altri Paesi, quali sono i costi (salati) della mediazione. Ecco un esempio, tutt‘altro che ipotetico: causa di divisione ereditaria fra i 4 eredi, in cui il patrimonio da dividere superi i 500mila euro ( chi vive a Barletta sa che per raggiungere questo valore è sufficiente poco più di un appartamento). La tariffa ministeriale prevede che il costo della mediazione, già ridotto di un terzo, sia di 2mila 533euro per ogni parte. In caso di formulazione di una proposta dal mediatore, l‘importo va aumentato di un quinto (3mila 40euro) e poi va aumentato di un ulteriore quinto, in caso di successo della mediazione ( 3mila 546 euro). A tutto ciò si aggiungano le spese di difesa, per tutti coloro che non intendono come si auspica affrontare un procedimento così rilevante, senza essere difesi da un avvocato. Il che significa che la procedura che arrivasse ad esito positivo avrebbe un costo minimo di 3mila 580 euro per chì ha attivato la procedura, è di 3mila 540 euro per ognuna delle altre parti.
Fatto ancora più grave: se la procedura non avesse esito positivo, ma il mediatore avesse soltanto fatto la proposta, il costo sarebbe pari a 3mila 40 euro per ognuna delle parti. Se, invece, la proposta non venisse formulata, la stessa avrebbe un costo di oltre 2mila 500 euro per ognuna delle parti ( con l‘aggiunta della solidarietà nel pagamento, per cui , se il chiamato fosse impossidente, il chiamante si accollerebbe l‘intero costo). E quindi per i 4 eredi dell‘esempio, il costo complessivo di 4 mesi di media- conciliazione potrebbe arrivare a circa 14 mila euro, ovvero a minimo 10 mila euro. Il che lascia comprendere la ragione per cui la gran parte degli organismi di mediazione sia costituito da società di capitali, che hanno fiutato il grande business che il ministero intende regalare, a costo zero per lo Stato e a costi elevatissimi per i cittadini.
A guadagnarsi saranno gli organismi di mediazione e non i singoli mediatori, i cui compensi saranno corrisposti dal relativo organismo. Ma che percentuale di esiti positivi si può prevedere?
Restando all‘esempio della causa di divisione, chiunque sa come possa essere complessa una causa del genere. Siamo certi che i mediatori abbiano le adeguate competenze, siamo certi che i mediatoriabbiano le adeguate competenze, siamo certi che 4 fratelli in guerra siano in grado di conciliare? Siamo alla rottamazione della giustizia civile, perché il fine di questa normativa non è quello di velocizzare i giudizi, ma quello di disincentivare la promozione. Perché se uno degli eredi dell‘esempio sapesse, che per procedere alla divisione deve anticipare la metà del costo minimo (circa 1300 euro), prima ancora di iniziare la mediazione vera e propria e che una volta che la stessa sia avviata egli rischierà di dover anticipare, per effetto della solidarietà, fino a 14mila euro, ebbene quell‘erede ci penserà più di una volta prima di intentare la causa.
Diverso sarebbe l‘atteggiamento degli avvocati italiani, se si avessero maggiori certezze sulla qualità dei mediatori, visto che l‘attuale normativa consente di diventare mediatori a tutti gli iscritti (anche non laureati) in albi professionali, ovvero a coloro in possesso di una laurea breve, che abbiamo sostenuto un corso di formazione di 50 ore. Requisito quest‘ultimo richiesto persino agli avvocati cassazionisti.
Sicchè, siamo al paradosso che un avvocato con venti anni di professione, professore di diritto, oppure un ex magistrato , categorie aventi i requisiti per l‘elezione a componente della Corte costituzionale, per diventare mediatori dovrebbero invece svolgere un corso (peraltro costosissimo) di 50 ore (sic) accanto al geometra ed all‘infermiere professionale senza nessuna intenzione di offendere questa validissime nel loro campo figure professionali). Del resto, se ricoverato in ospedale sapessi che a dovermi misurare la temperatura dovesse essere un avvocato, inizierei a preoccuparmi. Se poi quello stesso avvocato avesse l‘improntitudine di volermi operare, vantandosi di aver sostenuto un corso di 50 ore in chirurgia, allora chiamerei il 113.
PS: segnalo che il Forum-Camera di Mediazione Conciliazione di Barletta, non risulta nell‘elenco delle sedi accreditate dal Ministero a tutto il 29 marzo 2011.
Media conciliazione le ragioni della protesta
di Domenico Monterisi
Mi complimento con La Gazzetta per lo spazio che sta dando alla protesta degli avvocati contro la normativa sulla-mediaconciliazione e la rottamazione della giustizia civile. L‘avv. Francesco Paolillo, sulla Gazzetta di ieri ha fatto un elogio della mediazione. L‘intervento dell‘amico Francesco sottace alcuni aspetti negativi, che sono alla base della protesta degli avvocati. L‘avvocatura non è mai stata contraria agli strumenti di soluzione alternativa delle controversie (Adr) ed alla conciliazione, ma alla obbligatorietà ed alla sua attuale disciplina.
E‘ sotto gli occhi di tutti l‘agonia del processo civile: sarebbe folle se gli avvocati se non esultassero di fronte ai tentativi di ridurre i tempi della giustizia. Eppure, il ministro della Giustizia sta contrabbandando la mediazione come la soluzione di ogni problema, dipingendo il ruolo degli avvocati come inutile e costoso e la loro una battaglia di casta, motivata solo da ragioni di interesse. L‘Italia è l‘unico Paese europeo in cui è stata prevista l‘obbligatorietà della media-conciliazione, negli altri Paesi europei le procedure di Alternativa delle controversie sono sempre facoltative e non impediscono l‘accesso diretto al processo. Il Governo sta attuando un progetto di privatizzazione della giustizia. S‘intende lasciare spazio ai privati, con costi elevatissimi per i cittadini, perché ci si è resi conto che lo Stato non è grado di assicurare un adeguato servizio-giustizia.
Il collega Paolillo ha omesso di evidenziare, oltre alla facoltatività della mediazione negli altri Paesi, quali sono i costi (salati) della mediazione. Ecco un esempio, tutt‘altro che ipotetico: causa di divisione ereditaria fra i 4 eredi, in cui il patrimonio da dividere superi i 500mila euro ( chi vive a Barletta sa che per raggiungere questo valore è sufficiente poco più di un appartamento). La tariffa ministeriale prevede che il costo della mediazione, già ridotto di un terzo, sia di 2mila 533euro per ogni parte. In caso di formulazione di una proposta dal mediatore, l‘importo va aumentato di un quinto (3mila 40euro) e poi va aumentato di un ulteriore quinto, in caso di successo della mediazione ( 3mila 546 euro). A tutto ciò si aggiungano le spese di difesa, per tutti coloro che non intendono come si auspica affrontare un procedimento così rilevante, senza essere difesi da un avvocato. Il che significa che la procedura che arrivasse ad esito positivo avrebbe un costo minimo di 3mila 580 euro per chì ha attivato la procedura, è di 3mila 540 euro per ognuna delle altre parti.
Fatto ancora più grave: se la procedura non avesse esito positivo, ma il mediatore avesse soltanto fatto la proposta, il costo sarebbe pari a 3mila 40 euro per ognuna delle parti. Se, invece, la proposta non venisse formulata, la stessa avrebbe un costo di oltre 2mila 500 euro per ognuna delle parti ( con l‘aggiunta della solidarietà nel pagamento, per cui , se il chiamato fosse impossidente, il chiamante si accollerebbe l‘intero costo). E quindi per i 4 eredi dell‘esempio, il costo complessivo di 4 mesi di media- conciliazione potrebbe arrivare a circa 14 mila euro, ovvero a minimo 10 mila euro. Il che lascia comprendere la ragione per cui la gran parte degli organismi di mediazione sia costituito da società di capitali, che hanno fiutato il grande business che il ministero intende regalare, a costo zero per lo Stato e a costi elevatissimi per i cittadini.
A guadagnarsi saranno gli organismi di mediazione e non i singoli mediatori, i cui compensi saranno corrisposti dal relativo organismo. Ma che percentuale di esiti positivi si può prevedere?
Restando all‘esempio della causa di divisione, chiunque sa come possa essere complessa una causa del genere. Siamo certi che i mediatori abbiano le adeguate competenze, siamo certi che i mediatoriabbiano le adeguate competenze, siamo certi che 4 fratelli in guerra siano in grado di conciliare? Siamo alla rottamazione della giustizia civile, perché il fine di questa normativa non è quello di velocizzare i giudizi, ma quello di disincentivare la promozione. Perché se uno degli eredi dell‘esempio sapesse, che per procedere alla divisione deve anticipare la metà del costo minimo (circa 1300 euro), prima ancora di iniziare la mediazione vera e propria e che una volta che la stessa sia avviata egli rischierà di dover anticipare, per effetto della solidarietà, fino a 14mila euro, ebbene quell‘erede ci penserà più di una volta prima di intentare la causa.
Diverso sarebbe l‘atteggiamento degli avvocati italiani, se si avessero maggiori certezze sulla qualità dei mediatori, visto che l‘attuale normativa consente di diventare mediatori a tutti gli iscritti (anche non laureati) in albi professionali, ovvero a coloro in possesso di una laurea breve, che abbiamo sostenuto un corso di formazione di 50 ore. Requisito quest‘ultimo richiesto persino agli avvocati cassazionisti.
Sicchè, siamo al paradosso che un avvocato con venti anni di professione, professore di diritto, oppure un ex magistrato , categorie aventi i requisiti per l‘elezione a componente della Corte costituzionale, per diventare mediatori dovrebbero invece svolgere un corso (peraltro costosissimo) di 50 ore (sic) accanto al geometra ed all‘infermiere professionale senza nessuna intenzione di offendere questa validissime nel loro campo figure professionali). Del resto, se ricoverato in ospedale sapessi che a dovermi misurare la temperatura dovesse essere un avvocato, inizierei a preoccuparmi. Se poi quello stesso avvocato avesse l‘improntitudine di volermi operare, vantandosi di aver sostenuto un corso di 50 ore in chirurgia, allora chiamerei il 113.
PS: segnalo che il Forum-Camera di Mediazione Conciliazione di Barletta, non risulta nell‘elenco delle sedi accreditate dal Ministero a tutto il 29 marzo 2011.